lunedì 29 ottobre 2007

Marco Aurelio e Giunone - Recensione di Juno



A vincere quest’anno la Festa del Cinema di Roma è stato un film insolito, certamente partito come outsider, che però il Marco Aurelio come Miglior Film se l’è meritato tutto. Si tratta di Juno, una commedia indipendente che ha sorpreso, divertito ed emozionato critica e giurati, mettendo tutti d’accordo.
Narra di una sedicenne alquanto particolare dotata di una personalità strabordante che resta incinta dopo un rapporto occasionale avuto con un coetaneo altrettanto stravagante e decisamente impacciato. Da qui comincia l’avventura di Juno, la traduzione inglese di Giunone. Dovrà decidere cosa fare del bambino, e non sarà una scelta semplice. Il tutto si svolge in una piccolissima cittadina della provincia canadese, e non nelle solite metropoli statunitensi, set della maggior parte dei blockbuster che gli yankee ci propinano.
Il regista canadese Jason Reitman ha voluto fortemente la giovane e talentuosissima Ellen Page come protagonista. Una ragazza fuori dagli schemi, originale e forse già troppo cresciuta per la sua età. Il film colpisce soprattutto per il modo in cui Juno affronta la gravidanza, e la vita più in generale. Sarà un’antieroina hollywoodiana che saprà portare il pubblico dalla sua parte con la sua dolce irrequietezza sin dalle primissime battute.
E proprio sull’originalità e la forte caratterizzazione dei personaggi verte l’intera sceneggiatura scritta dalla 29enne di Chicago Diablo Cody. Un nome che non sparirà facilmente dai titoli di coda dei prossimi anni, visto che in questo suo primo lavoro se l’è cavata alla grande. Ognuno è la caricatura di sé stesso in Juno, ognuno eccede con stile. Il padre di lei devoto com’è agli impianti di riscaldamento e di aria condizionata, la ‘matrigna’ fissata in modo ossessivo dai cani, la migliore amica a volte forse un po’ troppo schietta e il ‘padre’ del bambino, le virgolette sono d’obbligo per un personaggio così geniale nella sua estraneità da ciò che gli accade intorno, sono gli eccezionali interpreti di questa colorata commedia. Tutto questo fa di Juno un ottimo film. Una commedia che fa ridere, e anche tanto. Che affronta temi importanti come una gravidanza inattesa, aborto e adozione con una disincantata vena di comicità noir, molto simile a quella dell’apprezzatissimo Little Miss Sunshine dei coniugi Dayton, sorpresa della passata stagione. Questa si conferma come una vera e propria caratteristica di Reitman che aveva già saputo affrontare in modo alternativo il problema delle industrie di tabacco in Thank You For Smoking.
La riuscita del film è dovuta anche ai divertentissimi dialoghi scanditi con un ottimo tempismo, l’unica speranza è che il doppiaggio non ne rovini l’efficacia scenica e non ne mutili l’irriverenza. In alcune scene il ritmo comico incalza lo spettatore con un crescendo di battute ed allusioni davvero esilarante.
Un ottimo esempio di cinema questo, dove la diva Jennifer Garner viene relegata in un ruolo dal basso minutaggio e un caratterista di vecchio corso come J.K. Simmons, il direttore del marveliano Daily Bugle in Spiderman, diventa un ottimo coprotagonista e un comico inatteso.
Questa volta il colore, la creatività e l’originalità del soggetto hanno avuto la meglio su progetti ben più costosi e pubblicizzati, vedi Le Deuxième Souffle con la Bellucci e l’americano Reservation Road con Joaquin Phoenix, Jennifer Connelly e Mark Ruffalo. Davvero una piacevole sorpresa. Non dimenticatevene quando finalmente uscirà a febbraio nelle nostre sale.

VOTO: 72/100

Trailer

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