martedì 10 giugno 2008

Recensione di Corazones de mujer - Un delicato on the road movie italiano che ha stregato Berlino





Esistono uomini che hanno un’identità doppia, ma ben più raro è il caso in cui due soggetti confluiscono in un’unica identità: è il caso di Davide Sordella e Pablo Benedetti che hanno firmato il film Corazones de mujer con lo pseudonimo di Kiff Kosoof (eclissi in arabo). Il titolo è in spagnolo perchè, come affermano i due, avevano scritto il film per Pedro Almodòvar, poi però lo hanno girato loro, mantenendo il titolo che avevano pensato per il regista spagnolo. Effettivamente le tematiche trattate sono facilmente accostabili allo spagnolo: una donna marocchina che vive a Torino vuole farsi confezionare l’abito per il matrimonio da un suo connazionale travestito. C’è un problema: lei non è più vergine. A questo punto i due compieranno un viaggio da Torino al Marocco, via Spagna per l’appunto, per recuperare la verginità di lei attraverso un’operazione chirurgica a Casablanca.
Corazones de mujer è un’opera di largo respiro geografico, sociale e culturale, che tratta con delicatezza temi scabrosi e spesso impronunciabili nel mondo arabo: l’emancipazione e la sessualità della donna e l’omosessualità maschile. Come veicolo per fare tutto questo ci si serve anche del forte immaginario metaforico che il viaggio proietterà immediatamente nello spettatore. E’ infatti nel viaggio che i due si spoglieranno di ogni ipocrisia e paura che si portano addosso nelle rispettive quotidianità. La redenzione qui passa attraverso una sorta di bilancio delle proprie esistenze on the road.
Il film non si vuole porre come denuncia a questa o quella confessione, ma come un vero e proprio saggio universale sull’amore e sulla libertà, dove i confini vengono cancellati e i pregiudizi messi a tacere.
Gli attori non sono professionisti e i mezzi con cui è stato girato sono modesti, ma l’originalità del progetto è sembrata essere vincente: gran parte della critica a Berlino lo ha accolto a braccia aperte, e proprio questo successo potrebbe favorire l’interessamento da parte di qualche distributore che si prenda la briga di dare una buona visibilità al film.
Di certo una strada alternativa quella imboccata dai due registi e sceneggiatori, che può solo che completare e rendere più variopinto il panorama cinematografico nazionale, spesso troppo vincolato dal dualismo dei strapoteri produttivi e distributivi di Rai (01) e Mediaset (Medusa).
Ci auguriamo che tanti giovani e talentuosi cineasti italiani, vedendo film come questo, prendano spunto ed esempio, imbarcandosi in progetti rischiosi dal basso, bassissimo, budget, che abbiano una natura artisticamente ispirata e ispirante a loro volta. Corazones de mujer ne è un ottimo esempio, e a noi è piaciuto parecchio.

VOTO: 70/100

Tommaso Ranchino


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