lunedì 16 giugno 2008

Recensione de L'incredibile Hulk - Il Coso Verde non fa dormire sonni tranquilli al team Marvel



A sei anni di distanza dal progetto Hulk targato Ang Lee, la Marvel torna in sala accompagnata dall’uomo verde. Il nuovo film non è, come forse era lecito aspettarsi, il sequel del primo, anzi, visto lo scarsissimo successo di pubblico e critica, unico vero buco nell’acqua dei cinefumetti marchiati Marvel, sembra proprio volerne prendere le distanze sotto tutti i punti di vista. E questo ci pare essere un errore imperdonabile.
Ang Lee, dal canto suo, aveva confezionato un prodotto oggettivamente dallo scarso appeal, ma di assoluta qualità. Ad oggi la sua regia di Hulk (2002) sembra essere la più ricercata e senza dubbio la migliore tra tutte quelle che hanno diretto le trasposizioni filmiche dei fumetti di maggior successo: gli split screen continui riportano lo spettatore davanti ad una pagina del mitico fumetto e gli stacchi e le dissolvenze non sono mai banali. Però indubbiamente il film paga un soggetto non all’altezza, che inesorabilmente porta ad uno snodarsi farraginoso del plot. Bana non è un supereroe e l’azione non è sfruttata come avrebbe potuto (e dovuto).
Tornando ad oggi, si cambia registro su tutta la linea. Leterrier non regge alcuna sorta di paragone con Lee, la sua è una regia quasi inesistente, si limita a prostrarsi a servizio degli effetti speciali e delle scene d’azione: il Coso Verde deve distruggere tutto, e lo fa. Però questo è anche il fiore all’occhiello del film: d’altronde chi si appresta alla visione aspettandosi da una pellicola del genere esercizi di stile registici, bussa alla porta sbagliata. E, alla fine della fiera, i cazzotti che Hulk rifila a tutto ciò che gli si mostri davanti, tranne Betty, risultano la parte migliore dell’intero film.
Di certo la presenza di Ed Norton, uno dei più grandi talenti, per la verità non ancora totalmente espresso, di Hollywood, è un altro punto a favore del film: il suo Bruce Banner ci piace eccome, è intenso, senza essere pesante (come invece era Bana), è spaccone, senza essere irriverente (come è qualche volta Downey Jr.).
Però il solo Norton non riesce a sopperire a carenze troppo evidenti: la sceneggiatura è inconsistente, i dialoghi da b-movie sono al limite del grottesco. Non bastano i camei omaggio a fumetto (il solito Stan Lee) e telefilm (Lou Ferrigno) a riportare il sereno. Liv Tyler, pienotta ed inespressiva, è assolutamente inadatta al mondo dei comics. Il casting stecca anche nella scelta del colonnello Thunderbolt, ricaduta su William Hurt, che sembra essere frutto di un sorteggio, più che di una vera e propria costruzione di un personaggio intorno ad un attore. Lo stesso Tim Roth, magnifico interprete, sembra vestire panni non suoi.
Insomma questo Hulk è, esclusivamente dal punto di vista dell’appeal commerciale, sicuramente un passo avanti rispetto al precedente, però sembra essere ancora una volta uno dei peggiori prodotti di casa Marvel. Forse Bruce Banner e il suo alter ego energumeno sono più adatti al piccolo schermo, e qualcuno alla Marvel dovrà rendersene conto, sperando che nel 2014 non ci regalino un terzo episodio che, ancora una volta, contraddica e prenda le distanze dai due precedenti.

VOTO: 58/100
Tommaso Ranchino


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