mercoledì 19 dicembre 2007

Rob Zombie a corrente alternata - Recensione di Halloween - The beginning

Uscirà nelle nostre sale il 4 Gennaio 2008 il prequel di Halloween, horror di culto datato 1978.
Michael Myers, uno dei più noti assassini seriali degli States, viene qui raccontato ripercorrendo le tre fasi della sua vita di mostro. Dall’infanzia solitaria alla reclusione in riformatorio, per arrivare poi all’evasione. Le origini di una leggenda del male scandite dalle notti di Halloween, particolarmente gradite a Myers per compiere efferati omicidi di massa stile Manson.
Sono passati quasi 30 anni da quando Carpenter terrorizzava l’America con uno dei pochi horror universalmente apprezzati. Oggi lo scomodo compito di rievocarne gli incubi è stato affidato al regista/sceneggiatore più sorprendente e d’avanguardia dell’industria del terrore degli ultimi anni, Rob Zombie. Una rockstar e un director di culto per gli appassionati del genere. Uno che ha fatto il botto gettando nelle sale La casa dei 1.000 corpi, un film tanto assurdo quanto efficace, a cui ha fatto seguito il sequel La casa del diavolo, baciato dal medesimo successo.
Anche stavolta Zombie si è portato dietro quel manipolo di pazzoidi che hanno collaborato con lui nei precedenti lavori: dal direttore della fotografia Phil Pharmet al suo manager-produttore Andy Gould, fino ad arrivare alla moglie del regista, Sheri Moon Zombie. Questa volta però la sontuosa produzione gli ha anche permesso di levarsi uno sfizio: quello di ingaggiare il protagonista di Arancia Meccanica, suo film preferito, Malcom McDowell, per vestire i panni del leggendario Dr. Loomis.
La prima parte del film, quella di Myers baby killer per intendersi, sembra promettere uno dei più grandi horror della stagione. La mano calcata del regista si vede eccome. La desolazione della provincia americana e dei personaggi caricati all’estremo nella loro grettezza tipici di Zombie, si fondono alla perfezione col mito del killer più temuto di tutti i tempi. La colonna sonora hard rock diventa adrenalina pura se associata agli occhi schizzati dello psicopatico. Le inquadrature mosse usate con esagerazione creano un’inquietudine continua.
Poi però Myers cresce. Da bambino squilibrato si trasforma in gigante dalla forza disumana che si nasconde sempre dietro una delle centinaia di maschere preparate da lui stesso all’interno della cella. E mentre il mostro è cresciuto il film di colpo si sgonfia. Le inquadrature si standardizzano, il rock sparisce e i nuovi personaggi sono sciapi e di basso profilo. Come se Zombie si fosse assentato di colpo, per tornare poi a girare solo qualche sporadica scena. La sceneggiatura perde tutto ciò che di buono aveva avuto fino a quel momento.
Ne La casa dei 1.000 corpi e La casa del diavolo, e anche nella prima parte del film, si trattava di raccontare la ‘realtà’ di intere famiglie baciate dal male, di personaggi assolutamente surreali che imprecano in ogni scena, così cattivi da far sorridere, e in questo Zombie è maestro. In Halloween – The beginning il compito era quello di rinverdire gli antichi fasti di un singolo personaggio muovendosi all’interno di certi ‘paletti’ che il prequel aveva lasciato in eredità. Bisognava creare la classica figura horror del mostro che prima terrorizza e poi uccide tutti, senza dire una parola. E allora è qui che il 42enne talento del Massachusetts diventa la brutta copia di Wes Craven, accantonando tutto ciò che lo ha reso unico.
In conclusione questo resta comunque un discreto horror, appena sopra la media di quelli recenti. Certo che da Rob Zombie, qui davvero intermittente, era più che lecito aspettarsi di meglio. C’è da sperare che Rob la prossima volta torni a fare lo Zombie, lasciando i remake a qualcuno di meno talentuoso.

VOTO: 53/100


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