sabato 12 gennaio 2008

Uno sguardo qualunquista alla (non) integrazione made in Italy - Recensione di Bianco e nero


Dopo La bestia nel cuore, nominato agli Oscar 2006 come Miglior Film Straniero, la Comencini torna dietro la macchina da presa. Lo fa con una commedia impegnata sull’integrazione razziale in Italia.
La storia si snoda tra la Roma benpensante, e molto ipocrita, e lo scenario più colorato e vivace, ma sinceramente poco realistico, della multietnica Piazza Vittorio. Una passione interrazziale, e per di più extraconiugale, tra un uomo sposato con una ‘terzomondista’ e poco ambizioso (Fabio Volo) e un’avvenente donna nera (Aissa Maiga), moglie di un attivista africano, scatenerà un razzismo qualunquista latente in entrambe le comunità razziali.
Un film che, nonostante la tematica delicata, cade facilmente nella trappola del luogo comune. La sceneggiatura debole si aggrappa ai soliti clichè del razzismo nostrano. L’ironia viene usata con poca maestria, escludendo ovviamente qualche lampo dovuto al carisma scenico dell’ottimo Volo. Nonostante non esista un precedente nel cinema italiano si ha comunque la sensazione di un già visto e già detto un po’ stucchevole.
Il cast multietnico svolge il compitino, ma niente di più. Ambra, dopo il successo con Ozpetek, stecca la seconda. Un po’ il personaggio poco calzante e un po’ una sceneggiatura banale non le hanno permesso di ripetere l’exploit di Saturno Contro. I bravi franco-senegalesi Aissa Maiga ed Eriq Ebouaney hanno qui il solo merito di recitare in una lingua che non conoscono senza sembrare inadatti, per il resto anche loro si trovano stretti in personaggi davvero troppo stereotipati. Sempre pronto invece Fabio Volo, un artista all around che difficilmente sbaglia un colpo.
Nonostante il film non perda mai di ritmo e abbia comunque qualche buona intuizione, vedi l’inserimento di Billo nel cast e il divertente personaggio di Branciaroli, il vero punto debole dell’intero progetto è la totale assenza d’introspezione da parte dei vari protagonisti. Perfino i due amanti rinnegati parlano continuamente del colore della loro pelle e di tutte le paure dell’altro che la società ci inculca.
Le ripercussioni psicologiche che possono colpire due famiglie improvvisamente distrutte non vengono neanche inconsciamente accarezzate dalla sceneggiatura.
Eppure l’idea di sfatare miti ed abbattere tabù spesso infrangibili attraverso risate intelligenti alla Indovina chi viene a cena era senz’altro ottima e soprattutto mai battuta in Italia. Però recentemente la commedia da noi è riuscita troppe poche volte a lanciare messaggi di sensibilizzazione sociale o politica, e non è nemmeno questo il caso.
In conclusione Bianco e nero è un film che, visto il tema trattato, pretende forse troppo da sé stesso, e che di socialmente impegnato e politically scorrect ha davvero poco, se non niente, restando comunque una gradevole commedia discretamente confezionata.

VOTO: 51/100

2 commenti:

Pangallo ha detto...

Me lo bocci così questo film? Quando ho due soldi me lo vado a vedere comunque

Tommaso Ranchino ha detto...

in sè per sè il film non è malaccio. il problema è che io lo trovo un progetto troppo velleitario, a volte basterebbe solo fare una commedia rendendosi conto di non dover per forza far scalpore.