mercoledì 23 gennaio 2008

Lizzani non dimentica il massacro del Lago Maggiore - Recensione di Hotel Meina


L’ormai 85enne Carlo Lizzani torna a spolverare la memoria storica degli italiani con un’opera che riporta alla luce, ispirandosi al libro di Marco Nizza, il massacro, avvenuto tra il 12 e il 22 settembre 1943, di 16 ebrei italiani che soggiornavano nelle stanze dell’Hotel Meina presso il Lago Maggiore. La cronaca viene romanzata da qualche particolare anacronistico e da un amore adolescenziale che nascerà all’interno dell’albergo.
Nonostante l’impegno prodigato e la buona vena del progetto la pellicola si classifica come una semplice trasposizione di fatti storici legati all’olocausto, come ce ne sono tante (e troppe) ormai, senza aggiungere nulla degno di nota al genere in questione.
Lizzani non riesce, nonostante alcune buone interpretazioni del cast, a scavare negli abissi dell’animo umano, nei meandri del terrore e dell’impotenza di fronte a tutto ciò che d’orribile stava accadendo. In Hotel Meina le immagini che si rincorrono sullo schermo danno una connotazione fredda e un po’ anemica alle sensazioni scabrose che si avvertono e che avrebbero meritato una maggiore introspezione.
Un film che comunque ha dalla sua la voglia di non dimenticare e il merito di dare luce ad un fatto meno conosciuto rispetto ad altri. Tecnicamente parlando il prodotto ha un sapore alquanto televisivo e ciò non aiuta ad accentuare la drammaticità degli eventi che sarebbe stata favorita da una fotografia ed un montaggio più accurato e ricercato
In conclusione Hotel Meina è una buona trasposizione storica che, nonostante l’immotivata e forzata caratterizzazione di alcuni personaggi che stona un po’ con tutto il resto, svolge una funzione più documentaristica che altro.

VOTO 50/100
Tommaso Ranchino

Nessun commento: