giovedì 23 ottobre 2008

III Festival di Roma - Recensione di Schattenwelt


Il cinema minimalista ed asciutto di Connie Walther si presenta in punta di piedi al Festival Internazionale del Cinema di Roma.
Schwattenwelt, letteralmente Ombre lunghe, è un film che racconta i giorni successivi all’uscita dal carcere di un terrorista della Renania, ne descrive gli squilibri e ne manifesta l’implosione del microcosmo formato dai conti in sospeso che l’ex militante della Raf aveva lasciato al di fuori della cella.
La trama ha un dipanarsi lento e macchinoso, che però acquisisce efficacia dopo la prima ora di pellicola. È in quel momento che i fantasmi di un passato scomodo, mai digerito da nessuno dei protagonisti, si riaffacciano ancor più minacciosi di quanto erano mai stati. L’attentato di tanti anni prima finito in tragedia porterà alla luce gli scheletri nell’armadio dei personaggi, li porterà a confrontarsi, anche da troppo vicino, li costringerà ad andare avanti.
Inquietudine, insoddisfazione, nichilismo. Questo il registro su cui la Walther si muove con perizia per tutta la durata.
Certo la pellicola tedesca è ben lontana dal gusto tutto italiano di un cinema, anche nelle sue versioni più ricercate, sempre più immediato. Anzi giova proprio del suo lento incedere.
Le ottime interpretazioni e una fotografia atona di buona qualità riconsegnano nelle mani del fruitore festivaliero, e non, un pacchetto senza fronzoli, per niente edulcorato o sovraccarico, dove le famiglie sono dilaniate, lontane, divise per forza o per volontà dei protagonisti, la realtà sociale è grigia, senza prospettive, gli ideali di un tempo sono andati a farsi benedire, insieme agli amori e alle amicizie di gioventù.
La forza emotiva di Schattenwelt però cede spesso il passo ad una resa formale piatta e bidimensionale, che assopisce la sensorialità di palati grossolani o poco inclini; questo il limite, non di certo trascurabile, con cui la Walther deve fare i conti e rimanda l’autrice a tempi migliori, quando la sua capacità tecnica e la veemenza della storia potranno contare su di un buon ritmo e di una sceneggiatura meno lacunosa e più efficace.

VOTO 71/100
Tommaso Ranchino

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