venerdì 24 ottobre 2008

III Festival di Roma - Intervista a Brando e Christian De Sica


È l’esordio assoluto dietro la macchina da presa per un figlio e nipote d’arte come Brando De Sica. Pare che il cinema di famiglia sia stato fondamentale nell’esistenza del 25enne in modalità molto diverse tra loro: “In realtà i film che amo di più e mi piace più fare sono gli horror. Io sono comunque cresciuto con i film di mio padre, così come tutta la mia generazione. Per me e mia sorella erano come il cartone animato del pomeriggio. La serie dei Vacanze di Natale è al suo 25° anno ed ha superato addirittura quella di James Bond.
Per ciò che riguarda mio nonno bisogna sapere che io non ho mai avuto un nonno che mi raccontasse favole a letto per addormentarmi, non avendolo nemmeno mai conosciuto, ma le mie favole erano I bambini ci guardano, Miracolo a milano ed Umberto d, il mio preferito. L’ho conosciuto così mio nonno, Orson Welles diceva: ‘Ogni film è meraviglioso perché racconta l’uomo che c’è dietro’”.
Brando si è da poco laureato in una scuola di regia americana, esperienza di cui parla con entusiasmo, all’inizio però non erano tutte rose e fiori. Racconta addirittura che a convicerlo a restare è stato David Lynch, che definisce suo maestro: “Ho dovuto lasciare la mia fidanzata, i miei cani e i miei genitori. Volevo assolutamente tornare, ormai ero deciso. Arrivo in classe e alle 8 del mattino mi trovo davanti il regista del dubbio, Lynch. Tutti potevo aspettarmi: Spielberg, Zemeckis, che venivano lì spesso, ma non lui. Lynch avendomi riconosciuto mi invitò ad accompagnarlo alla sua lezione di sceneggiatura sulla meditazione trascendentale. Da lì decisi di restare”.
Anche se gran parte dell’attenzione era rivolta a Brando, Christian illustra i suoi progetti per il futuro: “Girerò un film drammatico, L’eta dell’oro di Antonello Grimaldi, farò un film con mio cognato Carlo (Verdone ndr), in cantiere un prequel di Amici miei e il solito film di Natale. Tra l’altro mi ha fatto molto piacere essere chiamato anche da altri registi come Sorrentino e Pupi Avati”.
In chiusura il pargolo di casa De Sica rivela il suo prossimo lavoro: “Da due anni porto avanti un progetto: partendo dalle indagini di terzo livello sul Mostro di Firenze condotte da Michele Giuttari, che ho già conosciuto, raccontare questa storia, sull’esoterico, sui mandanti, sul potere oscuro dello Stato”.

Tommaso Ranchino

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