martedì 14 ottobre 2008

I vincitori della terza edizione del Festival internazionale del Cinema di Roma

E' il 31ottobre, alle 18,30, in verità con il solito ritardo di rito, la terza edizione del Festival di Roma si esaurisce nella cerimonia di premiazione presso la Sala Sinopoli dell’Auditorim capitolino.
Dopo i convenevoli vari, tra Rondi che saluta e la presentazione dei presenti in sala, ecco che si parte con la raffica più attesa della manifestazione al tramonto, i riconoscimenti.

Alice nella città

Prima di tutto i ragazzi: la categoria Alice nella città conferisce due premi, consegnati del disegnatore Bruno Bozzetto, a cui, ma non solo a lui, è stato dedicato l’omaggio all’animazione italiana che ha attraversato la manifestazione. Il miglior lungometraggio della categoria under 12 va a “Magique!”, mentre quello della categoria over 12 va a Summer, splendido film scozzese che si è rivelato come una delle visioni migliori del Festival. Il regista Kenneth Gleenan lo accoglie così: “Ringrazio sentitamente la giuria, sono felice che il film sia stato in grado di viaggiare fin qui”.

Menzioni speciali della giuria

La giuria, prima di consegnare i premi ufficiali, dichiara le sue due menzioni speciali.
Una va al complesso e criptico melodramma “A corte do Norte” dell’autore portoghese Joao Botelho per ‘la profondità insondabile del tempo e dello spazio’. Il cineasta, persona arguta ed interessante, si esprime così: “Devo ancora ringraziare Rondi, che 26 anni fa portò il mio film al Festival di Sorrento. Io da parte mia spero di riuscire a portare avanti la mia idea di cinema. Voglio anche ringraziare la città di Roma, per la mostra sugli Etruschi, quella sul Bellini e per la gente della città: è stato bellissimo vedere un milione di studenti in piazza e in strada per manifestare”.
La seconda menzione va alla commedia francese “Aide-toi et le ciel t’aidera” ‘per la vitalità e la generosità, un affresco di una comunità nera che vive in Francia come se fosse in Africa’.
Ci si aspettava sicuramente qualcosa in più per il film di Dupeyron, che forse meritava il Premio della Critica, ed invece si accontenta della menzione insieme all’inappetibile opera di Botelho.

Marco Aurelio per i Migliori Interpreti

La carica di miglior attrice va ad una fantastica interprete in ascesa di casa nostra, Donatella Finocchiaro in “Galantuomini” per ‘la potenza della sua interpretazione dove vien fuori il doppio volto del suo personaggio’. L’attrice pugliese ringrazia soprattutto “la magica terra del Salento dove è stato girato il film”.
Il miglior interprete risulta, più che meritatamente, l’ucraino Bohdan Stupka, protagonista della commedia polacca “With a warm heart” per ‘la complessità del ruolo e la sottigliezza dell’interpretazione’. L’ucraino, che è stato Ministro della Cultura della Repubblica del suo Paese, incanta sullo schermo come fa dal vivo, strega la platea e fa da mattatore durante i ringraziamenti.
Le palme di migliori attori sono state consegnate giustamente a due interpreti, per motivi diversi, più che meritevoli.

Marco Aurelio per i Migliori film

Il miglior film per la critica è l’afgano “Opium war” di Siddiq Barmaq. Il regista che tanto successo aveva riscosso con “Osama” è tornato a parlare con forza e talento del suo Paese martoriato.
Invece il Miglior film per il pubblico è “Resolution 819” di Giacomo Battiato, che dice: “Nel cinema conta la coerenza della motivazione. La mia motivazione nasce dall’orrore di un massacro trucido che si è consumato a pochi km dal nostro Paese”.
A consegnare il Premio il sindaco di Roma Gianni Alemanno che, in continuità con quello che aveva affermato alla conferenza di apertura della manifestazione, afferma: “E’ un Festival che vede tutto sul più. Più pubblico, più incassi, più accreditati. Ormai la manifestazione è un patrimonio della città di Roma, noi siamo convinti che diventerà il più grande premio ed evento cinematografico del panorama italiano”.
Le decisioni dei Migliori film lasciano un po’ di amaro in bocca agli addetti ai lavori che hanno visionato l’intera selezione. Se il giudizio del pubblico è, ahinoi, insandacabile, lecito però chiedersi perché mai il vincitore di un Festival Internazionale debba essere decretato dagli spettatori e non da un computo ragionato di pubblico e critica, d’altra parte la decisione della critica lascia un po’ perplessi. Di titoli migliori di Opium war ce n’erano: Aide-toi et le ciel t’aidera, With a warm heart, Il passato è una terra straniera e Baksy per citarne alcuni.

Marco Aurelio d’Oro alla carriera

Quest’anno è Gina Lollobrigida a ritirare il riconoscimento alla lunga militanza nel campo del cinema. Prima della premiazione viene proiettato un documentario sulla poliedricità artistica della Lollo nazionale: attrice, fotografa, scultrice ed anche cantante. Tutto in una donna che quando riceve la standing ovation del pubblico della capitale e trattiene a stento le lacrime: “Nonostante abbia ricevuto tantissimi premi in giro per il mondo ed ogni volta è piacevole ricevere dei riconoscimenti per il proprio lavoro, riceverlo oggi qui, a Roma, a casa mia, è davvero emozionante. Non mi sono mai emozionata come stasera nella mia vita”.

Al Pacino apre e la Lollo chiude. E allora tutti a casa. Il tappeto rosso si riavvolge su sé stesso. Gli infiniti loghi “cinema” sparsi per l’Auditorium scompaiono come candele al vento. Cala il sipario sulla terza ripetizione di un evento giovane in continua metamorfosi, che, anche quest’anno, tra polemiche e cambi di poltrona, ha avvicinato la città all’arte più completa, misteriosa e carica di vita che esista.
Al prossimo anno allora, chiunque sarà il sindaco, il presidente, i selezionatori, noi ci saremo perché, siam certi, che il nostro migliore amico, il cinema, non mancherà mai l’appuntamento.

I premiati ufficiali:

- Menzioni Speciali della Giuria: “A Corte do Norte” di Joao Botelho, “Aide-toi et le ciel t’aidera” di Francois Dupeyron
- Marco Aurelio per la Migliore Interprete femminile: Donatella Finocchiaro per “Galantuomini” di Edoardo Winspeare
- Marco Aurelio per il Miglior Interprete maschile: Bohdan Stupka per “With a warm heart” di Krzistzof Zanussi
- Marco Aurelio della critica come Miglior Film: “Opium war” di Siddiq Barmaq
- Marco Aurelio d’Oro come Miglior Film del pubblico: “Resolution 819” di Giacomo Battiato
- Marco Aurelio alla carriera: Gina Lollobrigida

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