mercoledì 29 ottobre 2008

Recensione film: With a warm heart


With a warm heart è una piacevole commedia di taglio autoriale del regista polacco Krzysztof Zanussi. Konstanty è un ricco e dissoluto oligarca che ha problemi di cuore, ed ha bisogno di un trapianto. Stefan è un timido ragazzo che vuole farla finita. Il gioco è presto fatto.

Al Festival di Roma continua il viaggio nei generi e nella mescolanza di questi che gli organizzatori avevano annunciato nella conferenza d’apertura. Questo film, che è lontano dall’essere un capolavoro, sembra essere la versione buona del grossolano Le plaisir de chanter, simile per destinazione ed intenti, passato qualche giorno fa, una dimostrazione di come è giusto approcciare il genere e, in assoluto, l’arte cinematografica.

Le scelte registiche e la direzione del cast producono un risultato piacevolemente interessante. Il cinema austero ed impegnato di Zanussi fa spazio ad una commedia nera dall’umorismo tagliente, che punta tutto sull’incontro-scontro tra bene e male, giocata sul carisma di un ottimo Bohdan Stupka e sui continui tentativi, tutti grottescamente falliti, di suicidio da parte del giovane aiutato dallo scagnozzo.

I personaggi di Konstanty e Stefan sono le due facce, caricate e tipicizzate, di una società che ha vissuto una rapida ascesa come quella dell’Europa centrale. Ricco e malavitoso il più anziano, idealista e sognatore il ragazzo; vedranno le loro vite incontrarsi per caso e dare vita ad una scura favola che dimostrerà come tutti possono cambiare.

La metafora di un cuore nuovo che produce una redenzione inimmaginata, nonostante suoni banale, viene inscenata bene, in un finale trasognante forse un minimo affrettato. Certo il film si muove su crismi già abusati, il risultato che ne esce però sullo schermo ha un suo carisma e un aspetto, sia narrativo che stilistico, che riporta indietro ad un cinema di genere degli anni ’70 e ’80.

Davvero una buona vena quella che attraversa l’ultima fatica di Zanussi, che non sembra accantonare la destinazione del suo cinema, un linguaggio diverso dello stesso discorso, nichilismo e sfiducia nella natura umana restano la condicio sine qua non del regista per mettersi a edificare un progetto.

Sicuramente With a warm heart non è un capolavoro, ma trasuda nella sua realizzazione un forte rispetto per il cinema e per il genere della commedia da parte dell’autore che ben poco vi si è cimentato in carriera, regalando una storia che ben si esaurisce sullo schermo, non lasciando porte aperte a causa di sceneggiatura stilata con imperizia, come spesso successo quest’anno al Festival di Roma.

VOTO 74/100

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