
Sylvain Chomet è un fumettista e un regista d’animazione dal talento smisurato, e la sua opera omnia, ad oggi, è senza dubbio Les Triplettes de Belleville, malamente storpiato in Appuntamento a Belleville qui da noi. Il disegnatore francese ha fortemente creduto nella sua idea, mettendoci ben 5 anni di lavoro nella realizzazione del lungometraggio e regalandoci una fetta d’animazione d’autore davvero indimenticabile.
Champion è un orfano che, ispirato da una vecchia fotografia dei suoi scomparsi genitori che pedalano spensierati, dedica la propria vita alla bicicletta, fino ad arrivare a partecipare al Tour De France.

Quello di Chomet è un film d’animazione per adulti che incanta per l’accuratezza dei dettagli e la spiccata originalità che trova il suo culmine in una satira splendidamente sottile, che lo attraversa da capo a piedi, senza mai inquinarlo. L’utilizzo della tecnica del cinema muto, zero dialoghi ma tanta musica e rumori, imbriglia lo spettatore in una rete di surrealtà che trova riscontro in alcune scene davvero ben riuscite, come quella di una singolare pesca alle rane per mezzo di bombe a mano da parte delle tre vecchiette.
Il disegno di Chomet è spigoloso e carico di particolari, portando ogni personaggio verso la forma caricaturale del proprio carattere;

Le ambientazioni sono a dir poco splendide, si passa da una brulicante Parigi, vittima di un allargamento urbano estenuante, ad una Belleville che si mostra come un’idealizzata New York, retta dal paradosso, quasi cromatico, che la divide tra vicoli sudici e ristoranti pieni di lustrini e luccicori.
Tra tutti i personaggi abbozzati negli 80 minuti di pellicola il vero protagonista sembra proprio risultare essere Bruno, cane in preda alle manie di persecuzione, alla solitudine e agli incubi che non lo lasciano un attimo. Questa analisi dell’onirico del cane sembra un ulteriore rovesciamento che il film propone: qui la caratterizzazione tipica del mondo animale infesta gli uomini, ed ecco che i francesi vengono ridotti a spocchiosi mangiarane e gli americani a degli obesi mangiahamburger che non staccano il loro didietro dalle immense auto!

I riferimenti attraversano ogni scena, e culminano proprio nella fisionomia di Champion, che sembra essere un vero e proprio omaggio al nostro Fausto Coppi.
A conti fatti Appuntamento a Belleville riesce in ogni suo intento, dando una spinta nuova al film d’animazione internazionale, che deve assolutamente rinunciare ad ogni fallimentare tentativo di scimmiottamento dei troppi e inflazionatissimi Shrek o Ratatouille di cui già da soli gli States ci inondano con asfissiante ripetitività, trovando una propria strada fatta di autorialità e qualità superiore.
VOTO 82/100
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