lunedì 12 febbraio 2007

Recensione: Blade Runner


Novembre 2019. Los Angeles. In una metropoli che ci appare decadente nella sua ipertecnologia, tra macchine volanti e megaschermi pubblicitari inneggianti al consumismo che illuminano la piovosa e grigia città, i Replicanti, androidi identici agli umani, tranne che per la durata della loro esistenza (4 anni) e l’incapacità di provare sentimenti, dopo aver dirottato uno shuttle, minacciano una ‘rivolta degli schiavi’ direttamente dalle colonie spaziali extra-mondo in cui lavorano. L’uomo giusto per annientare i ribelli arrivati a Los Angeles è il solitario ed emarginato Deckard (Harrison Ford), ex agente speciale dell’unità Blade Runner, nato per uccidere Replicanti.

L’agente Deckard non incarna la classica figura dell’eroe, anzi ci viene presentato sin dalla prima scena come personaggio noir nello squallore della sua solitudine; ma il vero protagonista che emerge nel film è il leader dei ribelli Replicanti, Roy Batty (Rutger Hauer), personaggio freddo e coraggioso che addirittura salverà la vita a Deckard prima di morire, anzi ‘terminare’, sotto una fitta pioggia, nella scena conclusiva del film pronunciando la celebre frase: “Ho visto cose che voi umani non potreste immaginare... navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione. E ho visto i raggi Beta balenare nel buio vicino alle porte di Tannhauser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia. È tempo di morire...”

E proprio Roy incarnerà nell’immaginario dello spettatore il dramma dei Replicanti di essere organismi, capaci in un secondo momento di provare emozioni inattese anche dai loro creatori, progettati per una vita troppo breve, per essere sfruttati dal sistema come lavoratori nelle colonie spaziali. Ridley Scott (Alien, Il Gladiatore) è riuscito, basandosi sul romanzo “Ma gli androidi sognano pecore elettriche?” di Philip K. Dick, a fondere perfettamente un’ambientazione prettamente fantascientifica a una storia poliziesca, disegnando un clima surreale che pervade il film in ogni sua singola scena e che imprigiona lo spettatore in un indefinito stato di attesa. Dal 1982, anno in cui uscì nelle sale, ad oggi Blade Runner non ha mai smesso di essere un punto di riferimento per tutti gli appassionati del genere, tanto da far nascere in giro per il mondo migliaia di fan club e manifestazioni ad esso intitolate. Un film quindi che non può assolutamente mancare nel bagaglio di ogni cinefilo…

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