
Francis Ford Coppola torna a firmare interamente una pellicola a più di 35 anni da “La conversazione”. “Tetro”, girato e scritto dal regista ormai settantenne, è un film in cui l'autore riversa tanto di quello che la famiglia e l'arte sono significati per lui, dalle origini italiane alla (onni)presenza di musicisti in 'casa'.

L'incontro tra i due sarà una resa dei conti, il duello risolutivo di un percorso che attinge tanto alla tragedia greca e al teatro classico. Il teatro, la scrittura, lo spirito bohemién che impregna i personaggi porgeranno a Coppola un palcoscenico ideale dove inscenare una pellicola magistralmente condotta, tra un presente indefinito e i flashback che ben introducono la figura del padre-padrone , e a tratti addirittura sorprendente dal punto di vista visivo, attraverso l'uso di un bel bianco e nero e di uno straordinario e straziatissimo Vincent Gallo nei panni, davvero giusti per uno come lui, di Tetro. Su tutti sempre impeccabile il montaggio dell'inseparabile Walter Murch, due volte premio Oscar (“Apocalypse Now” e “Il paziente inglese”), che dimostra ancora una volta, dopo “L'altra giovinezza”, di aver digerito meglio di molti altri il cambio della guardia tra analogico e digitale.

Un po' romanzo di formazione, ci sono tutte le classiche figure come quella del 17enne vergine americano impacciato 'svezzato' da un procace ragazza argentina e sua zia (vedi “The dreamers”), un po' crocevia dell'artista incompiuto di mezz'età, “Segreti di famiglia” è senza dubbio un film potente, epico, che naviga tra il surreale e il reale, in una dimensione senza tempo. Un Coppola rinnovato ritorna protagonista di un cinema maestoso, fatto di immagini e di grandi sentimenti.