giovedì 27 novembre 2008

Recensione film: New Orleans mon amour (Fuori Concorso)


Il regista statunitense Michael Almereyda torna a Torino 11 anni dopo aver presentato il suo corto “The Rocking Horse winner”, con un lungometraggio che vuole omaggiare, cominciando dal titolo, quella che lui stesso definisce la sua seconda casa: “New Orleans mon amour”.
Girato in una condizione problematica per la città sul Mississipi, ovvero nel 2006, un solo anno dopo la tragedia di Katrina, il film racconta l’amore extraconiugale tra il Dr. Jekyll e la giovane Hyde, che si sono ritrovati, entrambi volontari, tornandosi ad amare dopo che l’uragano, oltre alle case e a tutto il resto, si era portato via anche il loro rapporto.
Tra realtà e finzione, la pellicola divide il proprio animus, velleità documentaristiche che tentano, riuscendoci a metà, di riportare una tersa istantanea della New Orleans convalescente e degli spettri che la abitano, e in questa desolazione la vicenda amorosa dei due risulta falsata e distorta. Il regista dimostra di essere un modesto narratore, la storia, scollata e ricucita a forza più volte, non ha il piglio che ci vorrebbe, lasciando affievolire anche la resa della sezione documentaristica.
Il voler offrire una personale trasposizione dell’amore, di coppia o universalistico, tentando al contempo di rendere giustizia ad un momento cupo della storia di una magnifica città, nella quale non ha smesso di pulsare vibrante il cuore nero del blues, è un’ambizione irraggiungibile da Almereyda. L’unica cosa che trova la giustizia cercata è il sentito omaggio alla città, della quale è tangibile l’affezione dell’autore. La passione per il cinema riversata qui è indubbia, a tratti ci si emoziona davvero, e alcune frazioni di “New Orleans mon amour” sono dei piccoli film, opposti tra loro, da spiantare ed ammirare.
In sostanza l’autore indipendente statunitense ha messo troppa carne al fuoco, dimostrando presto di non avere le corde e l’occhio per gestire il troppo materiale narrativo e cinematografico in cui si era imbarcato.
VOTO 56/100

Nessun commento: