sabato 29 novembre 2008

Intervista ad Oliver Stone per W.


Oliver Stone ha presentato a Torino il suo ultimo e controverso lavoro, “W.”. Una parodia ragionata sul Presidente degli Stati Uniti dal gradimento popolare più basso della storia, ma che non bisogna dimenticare che è stato comunque eletto due volte, che ha trovato dappertutto un muro distributivo dovuto alla troppa vena politica e all’impellente ed onerosa attualità del tema.
Fare un film sul Presidente in carica è stato problematico, sia per la figura controversa del
Presidente stesso, sia per la situazione politica che tendeva a mutare in continuazione.
Stone ci descrive le difficoltà nel fare un film su Bush: “Durante le riprese poteva verificarsi un attacco terroristico oppure gli Stati Uniti, come effettivamente avevano intenzione di fare, avrebbero potuto dichiarare guerra all’Iran. Poi il crollo dell’economia ha smorzato i toni dell’amministrazione Bush, che ha dovuto rivedere i propri piani, e ha danneggiato McCain che i sondaggi davano in vantaggio prima del 16 settembre”.
Come si diceva “W.” è una pellicola che porta con sé grandi problemi legati alla distribuzione: “In America il film è stato accolto abbastanza bene ma la crisi economica forse ci ha in parte
danneggiato perché è diventata protagonista dell’attualità americana più del Presidente
stesso. Per gli americani Bush è «morto» il 16 settembre. Tuttavia, nutro grandi speranze
per il film di ottenere dei riconoscimenti e di avere una vita lunga oltre alle proiezioni nelle
sale. Credo che possa essere ben apprezzato anche in Europa dove Bush non è mai stato
molto amato. Per quanto riguarda la distribuzione italiana del film, è probabile che verrà acquistato da una casa di distribuzione piccola, indipendente e molto forte che crede profondamente nel
film. E nonostante in Italia l’amore per il cinema non si traduca più in una visione nelle
sale, il film potrà comunque continuare a vivere in DVD o essere trasmesso da qualche
emittente”.
Josh Brolin si è caricato onori ed oneri di interpretare il ruolo di Bush, Oliver Stone ci racconta le singolari motivazioni della scelta: “Josh Brolin è un meraviglioso caratterista che nel 2007, grazie in particolare a Non è un paese per vecchi è riuscito a far conoscere le sue doti. Fino a quel momento non riusciva a sfondare a Hollywood, per questo ho riscontrato un’analogia col Presidente perchè a 40 anni entrambi avevano fallito, l’uno come attore, l’altro come politico, presidente di una squadra di baseball e uomo d’affari. Un’altra analogia era la figura ingombrante del padre,
un famoso attore sposato con Barbra Streisand. Brolin inizialmente si è quasi risentito di
queste analogie ma io gli ho proposto immediatamente il ruolo perchè vedevo in lui un
atteggiamento texano che si è manifestato nell’accento ben costruito e nella camminata. È
una sorta di cow-boy alla John Wayne. Abbiamo girato il film in sequenza cronologica per seguire i cambiamenti nella vita di Bush. Nello scegliere il cast abbiamo pensato ad attori che non avessero somiglianze fisiche con i reali personaggi ma che potessero in qualche modo sentirsi quei personaggi”.
Vedremo come e dove verrà distribuito questo film che, per onestà intellettuale, dovrebbe esser visto, criticato e discusso in tutto il mondo.

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