lunedì 26 ottobre 2009

Asia Argento incontra il pubblico al Festival di Roma


Asia Argento è apparsa spigliata e meno ragazzaccia di come la si dipinge di solito. Dotata di un'autoironia davvero fuori dalla norma e arguta nel rispondere ed ammiccare.
Si è presentata così all'incontro con il pubblico, moderato da Mario Sesti, nel quale ha ripercorso la propria carriera, soffermandosi anche sulla regia e sul proprio futuro.

Quella che si era presentata come una ragazzaccia si mostra oggi come una 34enne qualsiasi, i modi di fare da rockstar hanno fatto spazio allo stile da mamma moderna che sfoggia raggiante e soddisfatta: "Al cinema ho spesso interpretato ruoli estremi perché mi divertivano tantissimo. Ma non ero io". Ed in effetti lei è diversa, altrochè se lo è. "Sono stata incastrata a lungo in quei ruoli. E' stata una mia scelta. Mi piaceva esplorare. Colpa della timidezza. Sono profondamente timida, un po' eremita, esco poco di casa. Così, quando uscivo per fare i film, volevo esplorare. Sono ancora timida. Guardate, mi sudano le mani".

Un colpo al cuore per i suoi fan?

Oggi forse la sua testa da cinefila, che è cresciuta a pane, sangue e cinema, è proiettata con maggior impegno nella costruzione di una carriera, e soprattutto una credibilità, dietro la macchina da presa. Effettivamente le opere da lei firmate finora non hanno mai attirato i favori di pubblico e critica, su "Scarlet Diva", che è stato spesso massacrato, dice: "Avevo 23 anni e volevo raccontare quella storia, era una questione di vita o di morte, come succede quando sei giovane. Volevo fare quel film a tutti i costi, era una rabbia che volevo liberare. Ora faccio fatica a rivederlo, è come un diario d'infanzia, con tutte le imperfezioni dell'adolescenza. In Italia non è stato molto amato, c'era del sense of humor e molti invece hanno pensato che mi prendessi sul serio. Ma le critiche mi hanno aiutata".

La carriera di regista gliela consiglia da sempre il padre: "Gli attori sono delle persone terribili, ti conviene fare la regista" (Dario Argento). E proprio sul suo approccio alla recitazione svela un interessante retroscena riguardo la sua interpretazione in "Palombella rossa" di Nanni Moretti: "Girava le scene duemila volte. In seguito capii che lo faceva con tutti. Ma allora, io avevo 14 anni, pensavo che lo facesse solo con me. E cominciai a pensare che davvero quel mestiere non facesse per me".

E proprio sulla sua pesante famiglia d'arte, che annovera nel suo albero genealogico più vicino registi, attori, produttori lei tiene a precisare di non essere una raccomandata: "E' vero che sono filgia d'arte, ma ho sempre dovuto farmi un mazzo così. Lavoro incessantementa da quando avevo 9 anni".

Insomma la determinazione e la tenacia dell'Asia che tutti conosciamo e, chi più chi meno, abbiamo imparato ad apprezzare , o a sopportare, non sembra del tutto sopita. Forse lei dovrebbe ricordarsene di più rendendosi conto che proprio questo suo lato l'ha sempre caratterizzata, evitando lo spauracchio del dimenticatoio e dell'omologazione.

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